Calcolo del Codice Fiscale Calcolo del Codice Fiscale

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Cos'è il Codice Fiscale

Il codice fiscale è un identificativo assegnato ai cittadini italiani ed è composto da 16 caratteri alfanumerici (lettere e cifre).
Il codice si ottiene attraverso un semplice algoritmo che coinvolge nome, cognome, data e luogo di nascita.
Il Codice Fiscale serve ad identificare i contribuenti nei confronti dell'Amministrazione Tributaria, anche se per la sua natura viene spesso utilizzato come identificativo univoco di persone fisiche in diversi ambiti.

Per le imprese, tranne eccezioni, il Codice Fiscale coincide con la partita IVA ed è composto da 11 cifre, mentre nel caso di imprese individuali si tratta di due valori distinti dove il codice fiscale corrisponde a quello del titolare dell'azienda ed è quindi di 16 caratteri alfanumerici.

Come calcolare un Codice Fiscale

Si comincia dal cognome (o dai cognomi, rispettandone l'ordine) prendendo solo le consonanti. Se le consonanti sono meno di tre, si aggiungono -alla fine - le vocali, sempre rispettandone l'ordine. Qualora anche con le vocali non si ottengano almeno tre caratteri (ne sa qualcosa il premio Nobel Dario Fo) si aggiungono in coda delle X.
Per fare un esempio, ROSSI diventa RSS, ROSI diventa RSO e FO diventa FOX.

Si procede similmente per il nome (o i nomi), dove però si prendono la prima, terza e quarta consonante: se il nome non ha quattro consonanti ci si limita a prenderne la prima seconda e terza, mentre se sono ancora meno si completa il nome aggiungendo - sempre in coda - le vocali nel loro ordine o eventuali X.
Ad esempio LUDOVICO diventa LVC, MARCO diventa MRC, ANNA diventa NNA ed EVA diventa VEA.

A questo punto il codice fiscale prevede le ultime due cifre dell'anno di nascita: 1979 diventa 79, 2011 diventa 11.

Il carattere successivo è una lettera ed identifica il mese di nascita, partendo dalla A per Gennaio, B per Febbraio eccetera, ma saltando alcune lettere che potrebbero essere confuse tra loro, ovvero la F (troppo simile alla E), la G (simile alla C) la I che potrebbe essere confusa con un numero e così via.
L'elenco risultante è, in ordine: A (gennaio), B (Febbraio), C (Marzo), D (Aprile), E (Maggio), H (Giugno), L (Luglio), M (Agosto), P (Settembre), R (Ottobre), S (Novembre) ed infine T per il mese di Dicembre.

Dopo il mese si passa al giorno di nascita, ma con una particolarità: con i due caratteri del giorni di nascita (da 01 a 31) si identifica anche il sesso aggiungendo 40 in caso di donne.
Quindi per gli uomini si andrà da 01 a 31, e per le donne da 41 a 71, evitanto qualsiasi ambiguità

Segue un codice composto da una lettera e tre numeri che identifica il Comune di nascita o lo stato estero, secondo una lunga tabella che subisce modifiche ancora oggi con la costituzione di nuovi comuni.
Per fare alcuni esempi Roma ha come codice H501, Milano F205, Napoli F839.

L'ultimo carattere, il sedicesimo, è un carattere di controllo e serve a verificare che il Codice Fiscale sia corretto. È una lettera che si ottiene trasformando i caratteri pari e dispari secondo delle apposite tabelle: si sommano i valori, si divide per 26 e dal resto della divisione si ottiene la posizione della lettera nell'alfabeto: A se viene 0, B se viene 1, fino a Z se si ottiene 25, utilizzando l'alfabeto comprensivo di J, K, W, X ed Y nelle loro solite posizioni.

Storia del Codice Fiscale

Prima del 1973 in Italia i contribuenti erano appena quattro milioni e la gestione dei tributi avveniva in modo non informatizzato dagli uffici delle imposte dirette, dell'IVA e del Registro.
Gli allora ministri delle finanze Luigi Preti e Bruno Visentini riformarono il sistema aumentando il numero di contribuenti fino a venticinque milioni, ed affidando alla Sogei (Società Generale di Informatica) la realizzazione del sistema informativo che avrebbe gestito questo cospicuo numero di contribuenti.
Alla base di tutto ciò vi era la necessità di identificare in maniera univoca i contribuenti, e venne pertanto introdotto il Codice Fiscale tramite il Decreto del presidente della Repubblica n. 605 del 29 settembre 1973.
A partire dal 1976 iniziò il rilascio dei codici fiscali e delle partite IVA a tutti i cittadini e le imprese, ed ancora oggi questi dati costituiscono le chiavi di accesso dell'archivio anagrafico dei contribuenti.

Omocodie: cosa sono, come avvengono e come si correggono

Le omocodie sono i casi in cui due persone ottengono lo stesso Codice Fiscale.
Affinchè si abbia una omocodia le due persone devono essere nate nello stesso giorno dello stesso anno (o con 100 anni di differenza) nello stesso comune, oltre ad avere lo stesso nome e cognome... o quasi. Ad esempio i cognomi "Rossi" e "Rosso" contribuiscono nell'algoritmo nello stesso modo, generando come primi tre caratteri del Codice Fiscale "RSS".
Può anche capitare che il cittadino sia straniero: in questo caso il codice fiscale prende in considerazione solo la nazione di nascita, rischiando di ottenere molta più ambiguità. Pensando poi alla difficoltà di trascrivere alcuni nomi (cinesi, arabi..) i casi di omocodie diventano molto più frequenti.
Nei casi di omocodia interviene l'Agenzia delle Entrate trasformando i numeri del Codice Fiscale, a partire dalla posizione più a destra, con delle lettere, in questo modo: 0 diventa L, 1 diventa M, 2 N, 3 P, 4 Q, 5 R, 6 S, 7 T, 8 U e 9 V, ovvero dalla L alla V saltando solo la lettera O per la sua somiglianza con il numero zero.